Anche il buio ha una profondità sua,
resta isolato da tutto il resto,
ma dentro se stesso vive di luce propria.
Ricordi? Era solo ieri che sentivo
Piangere le foglie nel mio cuore, piagate
Dall'autunno. Solo oggi che ho compreso quanto inutile
Il vento dell'amore le agitava.
Ora aspetto il soffio giusto, quello che non viene.
Il vento del domani, stanco, corre le mie ossa, il vento
Dove il Dio dei nostri padri si nascose, il vento
Dove la tua voce mi dirà alla fine sì, che vuoi,
Che sempre lo hai voluto. Ricordi?
Era solo ieri che sentivo le mie foglie
Fremere al vento di ciò che non dirai.
E' l'ascesa del Postribolo
che accresce il turgore
della vita
lasciando spazi aperti.
Immane il vento del ricordo,
sazia la vista,
trasforma echi di gelo,
in trasparenze.
Ondeggiante, l'ameno trasporto
saggia la sua visuale,
distribuisce luce a tratti,
regala gloria al buio
buio impaziente.
Il risveglio,
assai crudo,
non trova seguito,
va servito
sul tavolo della dimenticanza.
In terra straniera
il tempo che passa non perdona
il risveglio dei ricordi lontani
a forma di immagini sfuocate:
di vecchi amici e compagni,
di avventure mai dimenticate,
di storie mai cominciate,
di sogni incompiuti,
di bei momenti vissuti.
In terra lontana,
il tempo che passa cancella
frammenti dalla memoria
come il vento e la pioggia
a forma di tempesta
spazza via con arroganza
le orme sulla sabbia
In terra straniera
il tempo a volte si ferma
prima della tempesta
come fosse in preghiera,
e il cuore si rallenta
dalla fatica dei ricordi
sempre più sfumati
In terra lontana
ogni tempo che passa
rende la fine della nostalgia
sempre più vicina.
Spiriti di gatto,
sfioriamo le persone
cercando pensieri dal tocco felino.
Ci ostiniamo a scrutarle
miagolando insicuri
il nostro profondo.
Gatti randagi,
fissiamo la luna incantati;
non per amore,
non per timore,
ma curiosi della fragile forza
con cui strugge i nostri cuori.
Spiriti felini,
sempre soli,
ci muoviamo nella notte
sicuri delle stelle,
incerti su noi stessi,
osservatori silenziosi
d'un mondo che non ci par nostro.
Gatti sbandati,
morti troppe volte,
non abbiam paura di soffrire.
Nel sangue,
il coraggio di chi non ha nulla da perdere.
E trai denti serrati,
la stessa terribile paura
quando vorremmo dire:
"Ti amerei, se tu mi amassi".
All'orizzonte
io volo
su profondi baratri
scoprendo
speranze
dentro l'acqua
di un fiume che scorre
più lento di un tramonto
di una notte di mezza estate
Luci scorgo
all'orizzonte
come lanterne
in passioni lontane
Navi solcano
acqua e vita
sfrecciando
simili a comete impazzite
in sogni perversi
di adolescenti
inquieti
scavalcando costruzioni
di un mondo iperboreo
che mai nascerà
riportando tutto il nostro io alla luce della vita.
Cupe ondate di paura
s'infrangono sulla spiaggia dell'amore
portando scompiglio e smarrimento
nel cuore degli amanti.
I taglienti venti del dubbio
lasciando nuda e brulla l'isola della vita.
Ma il fuoco arde ancora
sotto la terra sferzata dagli elementi
e come un prorompente vulcano
l'amore e la gioia fioriranno di nuovo in questo giardino.
Benchè impossibile mi prese
Di furore bestiale un lungo balzo,
Benchè impossibile mi prese questo amore ferino.
E chiuso.
Di furore acceso bestiale chiuso.
Un lampo di speranza, non tristezza
Non sereno luminoso autunno: un lampo,
Una saetta, una folgore divina, nemesi agognata.
Chiuso con furore dalla fiamma troppo viva,
Acceso fino a consumarmi, chiuso.
E che non resti nemmeno la cenere.
Le mie strade non incrociate
segnate di bianco e incatramate
dal credere in te
qualsiasi colore tu sia.
Sono chiuso nel feretro
del mio corpo.
Vaglio attraverso una pellicola,
oltre la rosea inutile carne.
Resto comunque sempre un oceano solo,
compreso,
afferrato,
capito,
così esanime
dalla mia sporca acqua,
lontano dal clamore della riva.
Nudi...
dai nostri peccati,
sull'erba verde distesi,
dal cielo azzurro coperti,
gli alberi ai fianchi fioriti,
colori...
Nell'aria leggera mescolati,
con i profumi ed i canti
di uccelli e di aninali
innamorati...
Quando le labbra si sono sfiorate
infuocate dal caldo respiro
guardandoci negli occhi
ci siamo persi
in un bacio senza fine.
Ecco il sole che in cielo vive
alzatosi per illuminar il tuo volto
per dare a questo dì, nome 'fantastico'
Ti avrò vicino e questo basta
a dare senso all'avvenuto giorno
Cuor mio taci il tuo stento
vivi docilmente quel caldo abbraccio
dolcemente quei brevi e pochi baci
che misero il tempo concede di avere
Oh! Quotidianeità perchè ci fuggisti
donandoci lontananza e nostalgia
crescendo in noi desiderio
che pochi attimi non possono appagare
Venezia! Odiata realtà porgimi il tuo aiuto
carezza l'amor nostro
che in te proverà a non perire
cullami sogni e illusioni, falli verità
Mi rivolgo a te amore mio
sperante che ci sia cosa da scrivere
e non da cancellare
che tutto ciò non sia fallace fantasia
Ti chiedo venia mio gioiello
se queste giungono inopportune
ma il mio troncar silenzio
significa soltanto che
TI AMO IMMENSAMENTE
Stelle che mi guardate
mi scrutate
mi coprite
Stelle che non mi date che questo
mi lasciate solo
solo sulla sabbia
sabbia e vento
e voi
la vostra luce non mi scalda
mi da sogni e fantasie
ma mi lascia sempre solo
senza calore
solo sulla sabbia
Dio,
senza che io ti abbia mai guardato in faccia,
non la vita ti chiesi,
ma l'essenza che lascia.
Quando
toccato avrò la mia fine,
nulla resterà del ricordo
d'un'infanzia passata a marcire.
Morirò
e nessuno saprà
di quanto era difficile restare in piedi,
della paura mentre aspettavo il mio nome.
Dimenticami,
e dal giardino della mia esistenza
strapperò i miei fiori
inutili parassiti.
Perchè io ti odio,
e nessuno potrà salvarmi.
Se siamo diversi è destino
lungamente affini alle insulse tenebre
e sordi entrambi ai richiami del nulla
e sempre insieme senza motivo
frecce lanciate nel buio
attraversano la notte di soppiatto
lasciando dietro di sé la scia delle stelle
in quel delirio che ci appartiene.
Vivendo, nel tragitto, una intera vita,
attimi lasciati cadere come pietre
da gabbiani insolenti sugli scogli
vittime di una libertà ricercata
in quei muri, nel mare dell'ipocrisia
mentre i cerchi del tempo si allargano nel lago della vita.
E tutto si fa nero, e morte.
io cerco la mia gioia e non la trovo
sondo lo specchio dei tuoi occhi, nulla trovo,
io muovo il mio infinito terrore, verso la sua sconfitta
ma dopo la Notte: il Giorno.
e il tuo sorriso si fonde con i colori dell'alba.
G.VITALE Se siamo diversi è destino F.BAIANI lungamente affini alle insulse tenebre E.GIANTURCO e sordi entrambi ai richiami del nulla M.DAMIOLI e sempre insieme senza motivo M.BERGAMINI frecce lanciante nel buio G.VITALE attraversano la notte di soppiatto F.BAIANI lasciando dietro di se la scia delle stelle E.GIANTURCO in quel delirio che ci appartiene. M.DAMIOLI Vivendo, nel tragitto, una intera vita, M.BERGAMINI attimi lasciati cadere come pietre G.VITALE da gabbiani insolenti sugli scogli F.BAIANI vittime di una libertà ricercata E.GIANTURCO in quei muri, nel mare dell'ipocrisia M.DAMIOLI mentre i cerchi del tempo si allargano nel lago della vita. M.BERGAMINI E tutto si fa nero, e morte. G.VITALE io cerco la mia gioia e non la trovo F.BAIANI sondo lo specchio dei tuoi occhi, nulla trovo, E.GIANTURCO io muovo il mio infinito terrore, verso la sua sconfitta M.DAMIOLI ma dopo la Notte: il Giorno. M.BERGAMINI e il tuo sorriso si fonde con i colori dell'alba.collettive
Or poserai per sempre,
Stanco mio cor. Per' l'inganno estremo
Ch'eterno io mi credei. Perii. Ben sento,
In noi di cari inganni,
Non che la speme, il desiderio è spento.
Posa per sempre. Assai
Palpitasti. Non val cosa nessuna
I moti tuoi, né di sospiri è degna
La terra. Amaro e noia
La vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
T'acqueta omai. Dispera
L'ultima volta. Al gener nostro il fato
Non donò che il morire. Ormai disprezza
Te, la natura il brutto
Poter che, ascoso, a comun danno impera,
E l'infinita vanità del tutto.