Delle volte
stiamo,
cercando parole,
annaspando tra sillabe
perdute,
e discorsi sospesi.
Ma forse è solo l'attimo,
che ci sfugge,
caduco.
Letto di spiaggia
sussurro delle onde
monta il rombo
Sento la tua voce
ora che mi sei vicina
Ho scoperto una via
forse migliore,
forse inesistente...
Ho creduto di amarti,
amare me stessa.
Io ti amo davvero
ma non credo alla mia mente,
o non voglio credere...
Sei tu,
la mia parte migliore,
tu, che nascondere vuoi
il tuo viso e il tuo cuore...
Forse sei solo Narcisismo.
Un fulmine azzurro,
sconvolse precipitando...
prati d'acque.
Levò cosi facendo
Fiori di musica
ad anime perse
nel profondo buio.
Lasciandosi dietro
solitudine
nel blu divino
della remota speranza.
Incorniciata dal sole,
semplicemente vicina,
fugace,
lontana dalla sfera dell'abbraccio,
un astro nel cielo,
potei soltanto ammirarti,
potei soltanto contemplare la tua bellezza
Ricordo
la dolce luce delle tue stelle,
ad ogni sguardo più distanti,
le ricordo confondersi,
perdersi in me.
Rivivo ogni sussulto,
ogni ricerca
gemere nell'ora sinistra.
Ricopro il tepore del letto,
profondo ruscello,
valle delle mie insignificanti lacrime.
Ognuno cade nel suo precipizio buio,
ma si alza al mattino
- giorno chiaro -
dove dimentica.
Ognuno cade nel suo precipizio buio,
ma vede solo il suo giorno
- l'oggi -
passare davanti gli occhi:
parete scura,
strettoia avvolgente,
prigione dannata.
Ognuno verso il blocco cade
- giorno buio -
che l'ora della fine avvicina,
e tardi ricorderà.
Tu,
turbine avvolgente della mente che soccombe,
inerte al peso, al destino,
all'inevitabile tramonto della luce.
Per te,
dimentico del tempo,
apro pensieri e immagini,
mi inoltro nella fantasia d'amore.
La routine di sempre continua a persistere.
Insulti che continuano ormai a fare parte integrante della mia vita,
Accuse che si moltiplicano ogni giorno,
Il vuoto che nel mio cuore è ancora più sconcertante.
Groppi alla gola ingoiati troppe volte...
Lacrime camuffate sempre più spesso...
Frecce che mi lacerano... non trovano più posto dove colpire.
Cosa fare?
Continuare?!! Continuare a "vivere" in questa situazione.
Continuare a dominare l'ira
Continuare a cercare qualcosa... (cosa?!!)
ora... ora posso solo continuare a ridere.
Come
una rosa di primavera
tu espandi
la tua
dolcezza
Sei tenera
dolce
piccola
bisognosa di cure
da un uomo
che sappia cosa fare
Ti darò
delle cose
che tu cercherai
di amministrare
ma avrai bisogno
di un uomo accanto
La tua chiara pelle
cerca solo
la tenerezza
che io ti potrei dare
se mi sopportassi
tanto che guarisco...
Onde s'infrangono
sulla turgida sponda
S'ode lo sciaquio
La luce riverbera
d'un colore tenue
ed affezionato
sulla superficie
s'immertge
Tinge tutto
di rosa al tramonto
ed abbaglia
Mi sprofondo nel tepore
del mare alla sera
Bevo l'onda
col suo carico
di frutti salmastri
ha il sapore
come di mille
e mille
ferite
che danno
il tanfo putribondo
della morte
che ci attende sul fondo
Quando solo contro tutti,
alzavo a malapena il capo;
quando prigioniero della legge,
non osavo respirare;
c'era un lume che rischiarava le mie notti,
c'era un sogno che leniva i miei pensieri.
Oltre gli ostacoli della solitudine,
tra le lusinghe della Libertà,
venivo a cercarti, amore mio,
come falena brama la sua mortale fiamma.
Splendidi passi movevo nel buio,
feline occhiate gettavo al tuo petto,
orrendi incubi coltivavo in me;
prati d'odio per un amore blasfemo.
Eppure ora non resta che misero pianto,
là dove in tempo,
tu ed io,
ci addormentavamo...
La luce del tramonto
la mia unica luce
sta crollando in silenzio
al ralentì sul mare
basse nuvole bionde
un drappeggio stupeendo
di barocco e di rosso
e celeste bruciare
cineteca degli occhi
è quell'oscuro incendio
va a fuoco il mio passato
in terre d'oltremare
canzoni senza musica
mi cullano nel vento
nel gran finale cremisi
per farmi addormentare
Se esistesse un luogo sulla terra, buio per la vista,
ma pieno di luce per il cuore;
irrangiungibile per il corpo, ma vicino per la mente;
stretto per una persona, ma largo per un milione;
e se esistesse una strada che umile corresse verso esso,
impervia per chiunque, ma tranquilla per chi d'animo generoso;
infinita per colui che freme, breve per chi ha atteso l'amore per anni;
Da lì sorgerebbe l'alba e lì andrebbe il tramonto a riposare,
da lì per il mondo si formerebbe l'amore,
Ecco il tuo Dio, uomo !
Sempre più forte,
vortice occulto,
le gentili forme
una dolce armonia mi profuse,
oltre i sensi,
attraverso l'oro dei capelli,
nell'acqua dello sguardo,
a cercare il velluto d'una guancia,
la nenia di una curva,
la radice d'ogni essenza.
Fiumi di palpebre,
giochi di luce,
grate di ciglia,
occhi in prigione.
Nuvole di miele,
vento di pieghe,
cornice dorata,
gentile conquista.
Dolci lusinghe,
voce giunchiglia,
violino di rosa,
infinito rivela.
La notte striscia piano
sul tetto freddo e liscio
inarca il dorso pigro
e umido s'infila
nella grondaia stretta.
tu che mi rubi il sonno
col volto cupo e liso
dagli occhi scuri guardano
mirabilmente gli astri
Oltre la porta bianca
dimenticata aperta
sussurra nel giardino
l'uccello di rapina.
E dalla bocca tua
che rossa sugge il petto
raccoglierò le perle
che cadono ai tuoi piedi.
Ci piace sognare,
giocare e volare,
amare e arrabbiare,
ma soprattutto urlare:
"Non abbiamo colpa!"
Noi senza speranza,
senza terra né casa,
siamo fatti di sabbia,
il vento ci sposta,
la pioggia ci bagna,
il sole ci brucia,
il mondo ci guarda,
ma nessuno ci sopporta,
Gialli e Rossi,
Mulatti e Neri.
Con gli occhi rotondi,
il naso a palla,
le labbra gonfie,
la schiena curva,
però siamo belli,
e forse anche brutti.
Siamo poveri!
Ci avete rubato tutto,
la terra e il vento,
la pioggia e gli alberi.
Poi avete detto:
"Siete il terzo mondo!"
Avete ragione,
solo perchè avete tutto,
Denaro, Potenza e Arroganza.
Ma tutto ciò forse,
non vi è abbastanza,
per dire basta,
perchè avete anche,
molta ignoranza.
Potete rubarci la storia,
anche la notte e la luna,
ma i nostri sogni,
No!
La sua capigliatura stanca di sfumature di marrone
scorre in rivoli di nuvole a ricordare che come il cielo
anch'egli ha cinto la vita per anni;
La sua fronte un duro campo d'arare,
che il tempo contadino ha coltivato e sfruttato,
ed ora sembra più ricca, segnata com'è dal linguaggio
dei decenni.
Le sue guancie sono come tavole della vita
ad ogni corrugamento sembra legato un sorriso, un'espressione
un momento della sua esistenza.
Le sue mani, sono contenitori d'esperienza.
Nutro timore per esse, quando le guardo, penso che da lì
potrebbero riuscire le tonnellate di terra che esse hanno lavorato,
potrebbero sprigionare il fuoco che hanno spento,
rigettare le acque che hanno domato.
Penso che esse potrebbero far crollare i palazzi che hanno costruito
le tele che hanno tessuto, le rotaie che hanno sistemato,
le fabbriche che hanno movimentato.
Ed è forse per la loro immensa potenza, per quella forza che sta lì
compressa, che esse appaiono così tortuose, come monti
che hanno scalato, così gonfie perchè rimebrano
un secolo di tatto con il mondo.
Che cerca il mio capo, chino tra le ginocchia?
Fra questa azzurra rena,
ascolta rapito il gelido crepitare del mare argentato.
Che dicono le mie mani avvinghiate al maglione?
In questo cielo d'acciaio,
tremano dell'acuminato sferragliare del vento.
Che piangono le mie labbra in cerca di parole?
Di sogni rubati alla notte
cantano alla timida luna, calata da tempo.
E grido al mio Sole!
Vieni a cercarmi!
Oscuri recessi, implorano la tua Luce...
Esiste un sentiero
che sono in pochi a conoscere;
esso conduce alla valle
in cui cresce il fiore azzurro
dal lungo stelo e dalle foglie lucenti,
che alla volta celeste dischiude la corolla
per mostrare il suo tenero volto.
Sono in molti a cercarlo
nei luoghi più svariati,
alcuni si arrendono e rinunciano,
altri persistono
ed accecati dall'ostinazione
non vedono il sentiero sottile e dorato
che scorre muto sotto i loro piedi.
Sulla mia pelle lunare
la nera carezza dei tuoi occhi
delle tue rosse lacrime
sulle mie labbra
il dolce veleno.
Mai paga
è la natura mia
segreta
di peccaminose delizie!