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Antologia VII Caffè Poetel
Stanza "Charles Baudelaire" (25 Gennaio 1994)
senza titolo
Mille ombre
lunghe
oscurano i miei cieli.
Bare di ghiaccio
sospese nel buio
sfilano lente
nei languidi occhi della notte.
Montagne di polvere
involano
oblique nei miei cervelli.
Incredibili
mutazioni
specchiano
fantasmi
irriverenti
saltar fuori dalle ragnatele.
Tremanti spirali
d'oceano luminoso
risalgono
fino al panico,
dentro le coscienze dei morti.
Un cielo nero
strappato dai lampi,
ira degli dei.
Tutto silenziosamente
nella mia anima
nel compiersi di un'onda.
F.Baiani@agora.stm.it
senza titolo
Anima mia,
chiusa in un sacco e portata via da un ladro.
Nel buio, hai ascoltato i timidi battiti del mio cuore.
Nel freddo, hai sognato l'abbraccio d'un compagno.
Anima mia,
stordita dal sogno d'essere liberata.
Nel cielo, hai posto la tua meta e la tua dimora.
Nel nulla, hai bramato il tuo miglior riposo.
Anima mia, sola mia compagna per la vita.
M.Bergamini@agora.stm.it
senza titolo
Spingevo un carrello di ricordi insani
e mi chiedevo quale zuppa
preconfezionata
non avrei mangiato
e quali frasi già dette e ripetute
avrei detto e ripetuto quella sera
Poi sono giunto alla cassa
immancabilmente
non avevo moneta spiccia
M.Cassini@agora.stm.it
Indice autori
Stavo sul ponte
Stavo sul ponte
poco tempo fa nella bruna notte
Di lontano giungeva un canto
gocce dorate scorrevano
sulla superfice tremante.
Gondole, luci, musica -
ebbre si perdevano nel crepuscolo...
La mia anima un suono di violino
a sé cantava, toccata da dita invisibili,
segretamente un canto di gondolieri
tremando di felicità multicolore
l'ha mai udita qualcuno
Nietzsche (Ecce Homo)
A.Oliva@agora.stm.it
Tutta la mia rabbia
Non volevo urlare la mia rabbia,
Affacciarmi su una strada vuota,
Il deserto dell'anima, uno sparo,
L'ultima volta che ho gridato
Ho detto t'amo. No, non era vero.
Beninteso, ma ho gridato
Tutta la mia rabbia per questo.
G.Vitale@agora.stm.it
senza titolo
Il battito d'ali
di una colomba
d'altri diluvi
ascolto
UNGARETTI
A.Procoli@agora.stm.it
Indice autori
senza titolo
Come lungo un ripido scivolo, sono trascinato e cado verso un'alba
incontro ad un risveglio,
verso un nuovo giorno.
La luce, il dubbio,
l'insicurezza di una vaga conoscenza,
mi fa montare il panico:
C'è ancora una cosa che posso fare: riaddormentarmi.
I.Monfredini@agora.stm.it
Indice autori
Ipotesi di coscienza
Dalle nuvole l'alito che si spande
sulle menti non corrotte,
su cellule di città deserte,
nei cieli del tramonto, gialli, opachi,
con ancora poche stelle e poco vento.
E le strade dissestate all'ombra degli scheletri di alberi,
di mura perimetrali.
Le notti coperte da un velo di calma stellare pulsante
e le albe solitarie sui cigli dei burroni,
sulle gole asciutte e nei letti sassosi.
Sui sentieri boschivi e sui resti dei nidi di aquile.
E i deserti di sabbia battuti dai raggi di luna
e le ombre delle orme di vagabondi insetti scheletrici,
ombre di vita.
E le cascate di sabbia sulle depressioni baltiche
e le vele di nubi trasparenti al mattino, trasportate dal vento.
Resti pietrificati mischiati alla sabbia delle spiagge
lambite da lingue d'acqua stantia, immobile.
Fumi di vapore opprimono il mare e le onde vaganti
ormai piatte, ferme senza riflessione, a eco spenta.
Dalla melma si crea un'ipotesi di coscienza,
ma è solo l'alito di una brezza che trasporta ceneri
la vita di un deserto di pietra.
Ma.Marino@agora.stm.it
Gli occhi lucenti ombra
26/1/1995 ore 0:39
Tra 'l mescolar di ignoti tanti sguardi
l'incontro, il palpito
la bocca implosa in un timido sorriso soffocante,
gli occhi fermi su quell'ombrata luce
sole pel viso bianco appena,
Ed il cuor mio, o il mio cervello
mai mi sarà dato di saperlo
impazzito d'immobile,
a cercar motivo perchè di tanti sguardi accesi,
io, amai quegl'occhi di lucente ombra IMMENSA.
E.Gianturco@agora.stm.it
senza titolo
Turlupinate dai sogni
Le menti scorrono silenziose
Piene del loro ondeggiare
Sicure delle proprie verità
dilaniate dal loro passare
svuotando i propri pensieri
nello scorrere dell'esistenza
Vai, cerca la tua mente
e riportala a casa
l'esperienza che ho fatto
non potrà mai bastare
Cammina e vivi
lungo la tua strada
creando la tua storia
Troppe trappole hanno messo
troppe lune hanno rifiutato
troppe frottole hanno detto
troppi cani hanno vissuto
troppi morti hanno creato
spezza i loro cuori
sciogli le loro menti
B.Cattivelli@agora.stm.it
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