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Antologia III Caffè Poetel

Stanza "William Blake" (1 Giugno 1994)


Claudio

Ed ora le vie che scorrevan carezzate dalle nostre due ombre
giacciono in attesa della tua;
i muretti che non si lasciavano tentar dal disturbar le nostre membra
si sfamano solo con le mie;
ed il sole che ci raccontava i suoi rossori
or ti cerca in ogni dove i suoi raggi curiosi posson giunger,
invano o amico mio, perché solo in me, v'è ancora traccia di Claudio,
ed è così faticoso veder che il mio pensiero assetato
attinge da quel poco che porto dentro, e che tutto cio che ci univa
ed ardeva incompiuto, ora finisce nel nulla del tuo gesto.
Ed è per me la prova più dura, lasciar che i mille perché
urlino bisognosi di risposta, che i nostri discorsi
cadano come foglie secche dall'albero della nostra amicizia
colpito dall'autunno della tua scelta,
e cosa posso osar di fare, io, trascinato qui dalla via
percorsa insieme, asfaltata dalle nostre comuni idee,
in questa valle allagata d'erba solitudine, oscurata
dai monti dell'oblio, fuggita dai bianchi sorrisi
d'ottimismo, e arida d'acqua speme, con l'unica uscita
quel torrente maledetto straripante angoscia,
fluttuo privo di lucidità.
Come posso seguirti per un'ultima volta
quando gli uccelli piumati di ragione stridulano lassù,
alati d'evidenza che ciò ch'hai compiuto è sbagliato?
Con le rughe nuvole in cielo, olio e tela per le mani
di pittori consueti al pennello della verità,
"dipinti a dire" che il senso del tutto non è così
vicino da poter ruggiadarsi sui fiori in riva a quel viottolo
che, sempre prima d'ogni dosso della strada vita,
si annuncia presente?
Ed allora, forse, è giunto il momento che il nostro cammino
Ed allora è giunto il momento che il nostro comune
ramo d'edera si divida, perché la mia parte
possa arrampicare altri mattoni ed angoli di muro,
lontani dalla tua rinuncia,
in una verde esplorazione non priva, però, di tutto ciò
che sei stato e sarai per me, di tutto ciò che m'hai insegnato
e che mi hai fatto insegnare, con la certezza che lontano laggiù
in qualche muta crepa eterna, ove tutti i rami confluiscono,
ti ritroverò e di nuovo insieme a tutti, un ramo solo torneremo.
Addio, amico mio.

E.Gianturco@agora.stm.it

senza titolo

Chiudi le tue mani,
ascolta il mio passato,
lasciami sfuggire al vento che mi ha portato.
Foglie d'autunno,
mare di novembre.
Misero fiore bruciato dal gelo.
Eppure, silente, credetti nel poco di vedere
quanto bastasse per comprendere ogni cosa.
E, nella parola: amore,
mi confusi per sempre...

M.Bergamini@agora.stm.it

senza titolo

Alla luce della primavera
rigogliose fronde di pensieri estatici
ricoprono i letti terreni
di fiumi sotterranei
alla ricerca di passi perduti.
Non chiedere perché
attendono silenziosi

R.Gandolfi@agora.stm.it

senza titolo

Ascolto la pioggia
in silenzio, immobile,
dove più lunga l'attesa
consuma le ore.
Le rime misteriose
regalan nefasti cieli,
si ché improbabile,
negli occhi spenti,
si chiude ansimando il coro.

F.Baiani@agora.stm.it

senza titolo

Mi chiedo se passati questi mesi
Che per te scorrono intrisi di veleno
Che costanti riempiono di odori
Soavi di fiori e di gemme l'aria
Tra labbra e occhi rivedrò l'ombra
Di quel sorriso che integro torna
Nel tatto tenero della memoria

A.Quattrocchi@agora.stm.it

senza titolo

Vento qua...
Vento là...
Mah ! ....

D.Centofanti@agora.stm.it
Indice autori

senza titolo

Uomo
che dal tuo sprowl guardi in alto
e, come accecato dalle mille finestrelle ,
avvolto nelle loro spire cangianti
TI perdi
Uomo
Alza la testa
VERAMENTE!

A.Troiani@agora.stm.it

senza titolo

Eiaculato da due pezzi di mostro
ti ritrovi
sempre qui
sospeso
nella nebbia
del pregiudizio
Devi solo aspettare il sole
o un vento idiota
che pulisca i tuoi pensieri
e che li immerga
nella terra
conquistata dal Re straniero
fuori di te -

B.Cattivelli@agora.stm.it

senza titolo

E respirando del tuo viso
ogni ombra di peccato
osservo fuggire il fumo
di un mio legno da te rubato.
Ed io, legato ad esso,
mi chiedo dove sia,
quell'ombra sempre mia,
che soffocato ti vorrebbe.
Ma il legno si consuma,
e nell'aria ancor più bruma,
ricordo la sventura,
di non aver la tua natura!

M.Bergamini@agora.stm.it

Io

L'importante è che ci sia vita,
non che io la veda.

E.Gianturco@agora.stm.it

Sogno

Come a Plebhas
superbo fenicio esausto
volgi a me
che accanto vivo della vita del mare
la luce della tua coscienza
le reti del tuo sogno

R.Gandolfi@agora.stm.it

senza titolo

Non riesco più
a sentire mia la natura,
troppo forte la luce del sole
sui colori delle foglie,
il cielo è stanco.
Opaco l'orizzonte sugli alberi,
pallido segreto del crepuscolo,
prigione di spiriti liberi.
Lungo la morte
fiacca la battaglia
spenta nell'addio
del giorno perso.

F.Baiani@agora.stm.it

senza titolo

Ho detto "Gli occhi ciechi..." - "gli occhi
ciechi...", è stata un'eco la tua voce
chine su un Edipo di impasto ocra
di terra latina, storiche e artiste
allieve e amiche, critiche assieme
e profane. Che bella quella pasta lavorata
gialla, grata certo al tatto e alla lingua
sciolta sulle papille, illustrata
dalla tua voce azzurra dei tuoi occhi

A.Quattrocchi@agora.stm.it

senza titolo

Ho lasciato i miei giorni sul tavolo;
ma lei non è il mio tipo di ragazza,
quella deve essere... il terrore degli ancglosassoni
Ghiaccio nelle parole...
braccia tremanti...
Il livido scuro è uscito di casa;
non mi ha nemmeno salutato;
non lo rivedrò più.
Inizio a capire la sorte dei dannati e
la loro spiaggia di isole.
Lei è distratta. non satireggia bene
non vede la forza del sole, non cattura il danno maldestro
Lei, invece, si incanta davanti agli uccelli
ne esprime la forza, diviene terra.
Tre lupi vorranno la sua morte, e non sapranno che farsene
daranno i numeri e vorranno altri
vivono di sospetti, sotto stratagemmi
non vogliono altro.
Per lei vige la legge del canto.
Risparmia le sue frasi.
Rilegge la vita in due tempi... di corsa
Pensa ai fatti suoi... non si intromette.
Non rompe i silenzi
Sa che non serve.

B.Cattivelli@agora.stm.it

senza titolo

Si può vedere il mondo in un granello di sabbia
ed il paradiso in un fiore selvaggio,
l'Infinito nel palmo della tua mano,
e l'Eternità in un ora.

(WILLIAM BLAKE)

F.Baiani@agora.stm.it

pensiero sufi

non contare le tue
opere di carità
rivolgi i tuoi occhi interiormente
e guarda dentro di te

(pensiero sufi)

R.Gandolfi@agora.stm.it


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