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Antologia VI Caffè Poetel
Stanza "Arthur Rimbaud" (7 dicembre 1994)
senza titolo
Ciò che il mio occhio non ricopre,
la coscienza non dimentica,
l'inconsapevolezza si fa genio
come un colpo di fulmine
quando il buio assale i colori
Quell'attimo di luce,
nettare di speranza,
per il fiore che appassisce
F.Baiani@agora.stm.it
senza titolo
Troppo ermetiche sono le mie frasi
Lanciate contro un vento
Teso, da gabbiani
In faccia tornano, artigli di rapace
A bere il sangue caldo delle mie ferite.
G.Vitale@agora.stm.it
senza titolo
Ho chiuso le mie porte,
ho sbarrato le mie finestre.
Ho salutato il mio buio,
ho abbracciato il mio freddo.
Ho pianto il mio amore,
ho elevato il mio grido.
Ho cantato la mia pioggia.
Ho spento il mio corpo.
E nel silenzio,
ho sorriso al mio spirito;
bambino triste e silenzioso.
M.Bergamini@agora.stm.it
senza titolo
Alla luce fioca
Del testimone muto
le porte chiuse
dal vento tormentate
lasciano passare
solo colui
che tutto ignora
R.Gandolfi@agora.stm.it
senza titolo
L'asse marino spezza
la foglia più larga
ed apre la via
alla re-denzione
Tra mille trappole
trucchi e trabocchetti
come colore spalmato
sulla mano
senza cuore né fede
senza controllo né vituperio
mostrati colorata
come sei sempre
di un giallo turchino
facile da bere
facile da prendere
da non dimenticare
l'asse marino
che può fare ciò che vuole
Non lo redimere
ai tuoi schiavi dannati
evitalo.
B.Cattivell@agora.stm.it
senza titolo
Sorpreso nel mio rifugio
indenne agli attacchi
la spada di fuoco
mi trafiggerà
roteando nel cielo.
Felice viaggiatore sarò
già vinto dagli eventi
mi cullerò nel sospiro che ammalia
Giacerò.
Forse finito.
Per rinascere ancora.
F.Baiani@agora.stm.it
senza titolo
Amene estati solitarie, i miei ricordi
Spaziano nel vago indistinto vuoto
Netto quando innanzi
Agli occhi si para, poi svanisce,
Lusinghiero di riposi, madido
Di noie sudate. Nessuno
Rifocilla le mie estati, ricrea
L'anima dolente, indolente lasciata
Abbandonata a un futuro di ricordi
Stesi come amache dondolanti,
Dondolanti e vuote.
G.Vitale@agora.stm.it
senza titolo
Singoli giochi si ripetono senza fantasia,
spigoli d'infinita tristezza accarezzano il mio spirito,
lame spezzate di guerre perdute.
E il tuo viso dimenticato ti grida nel vento della mia quotidiana
guerra.
M.Bergamini@agora.stm.it
Apocalisse
Sbarrate orbite celesti,
immoti sguardi persi
dal baratro attirati
dopo curve sinuose su manti nevosi
Luci sparse
illuminano rugiadose tenebre
di freddi dirupi scoscesi.
Il concavo ed il convesso
sfuggono a lente circonvoluzioni
del limbo ancestrale.
Disadorne astratte pareti
di pianeti immemori,
riverberi, armonie distoniche,
disegni tracciati
su piani astrali.
Erranti affaticati
siedono senza forza
muti e ciechi.
Le eterne linee
incomprese stanno,
come contorte visioni
di chi dorme
ma non veglia.
R.Gandolfi@agora.stm.it
senza titolo
Lizard
vecchia tricheca
occorre dare nuove forme alle tue orecchie
inventare un po' più di ciò che occorre
Per non perdere invitati devi sempre sbrodolare
nuove forme di vetro decise per strada
Una nuova compagnia benemerita accetta
ciò che serve si vede
Non devi sdegnare il tuo collo infatuato
hai di nuovo riscosso i tuoi soldi per strada
e non v'è più rimedio al male che hai fatto
Trova nuove forme
Nulla è più forte di ciò che mente.
B.Cattivelli@agora.stm.it
senza titolo
Un tuffo negli occhi d'oceano
Silenziosamente invisibili.
Luci di volo.
Volo di cielo.
Vie libere di caduta.
Vorrei annegarci dentro.
F.Baiani@agora.stm.it
D'amore
L'appagato anelito delle mie viscere,
Testa pulsante rosso-calva, randello
Gocciolante di foia estinta, stringo
Deboli carni e pago sangue
A stille, a fiotti. Non appago questo
Desiderio del mio cuore, incredibile
Assurdo bisogno d'amore che ho.
Non trovo, né mai troverò
Di che pagare la tua, di foia.
Con moneta a me ignota si paga l'amore.
D'amore
So solo che potrei morire.
G.Vitale@agora.stm.it
senza titolo
Un passo mi sarebbe bastato.
C'erano colori morbidi tra le tue parole,
c'era un giullare trai tuoi silenzi,
c'era un vagabondo trai tuoi pensieri.
Un passo mi sarebbe bastato.
Un passo coraggioso...
M.Bergamini@agora.stm.it
senza titolo
Chiudete quelle porte,
serrate quelle finestre,
che non penetrino né la luce del cole
né i lamenti dei vivi.
I forse risuonino,
fragorosi,
fra queste quattro mura.
Che io oda questa mia
pastosa voce
ubriaca di vita.
I labirinti dei miei pensieri,
inesplorati, assorti,
lacerati da realtà sognate,
si ricreano nelle partenze.
Se i punti del non ritorno
lentamente ruotano su di sé,
si allontanano discordi amori.
Nell'essenza della lontananza,
vibrano nei loro loculi
ricordi amareggiati.
R.Gandolfi@agora.stm.it
Indice autori
senza titolo
Quando la pelle
troverà le sue grinze
e gli anni
laveranno ogni speranza
più sarai bella
e più sarai folle
folle di calma
e di stupidità
come il tapiro cenereo di Napoli
che talpeggia
sui nostri canti notturni
serali
di pasqua
e di abete
colti in mano
a strali comuni
di fasci
fasci di merda, ovvio
come la sete
e la fame nera
che bionda
ti mangia
e ti uccide
tra te e me
di qua e di là.
Sempre cotta
del tuo amore
che ti lascia
ogni volta.
B.Cattivelli@agora.stm.it
Senza Titolo
Stitico suona d'un segnale circolare:
Stesso ascoltare sghembo amico,
critico crostaceo a cornetta affiso
Supera uno scatto un destino recupera
segreteria piena di pause interruzioni
sistematiche ne rinnova a scaglie.
Tra un impreciso sarto un salto e zia,
zia saggia zitella sarai prodiga d'ovvietà
e tu un calco di discorso concitato tu eunuco
biascicavi ammiccando all'accadere
e già a candida cambusa rassereni.
E.Monier@agora.stm.it
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