Dibattito sul disegno di legge Falqui-De Notaris sulla regolamentazione delle reti telematiche amatoriali CARI CYBERNAUTI, PER TUTTI I BAUDS E TUTTI I BITS...., PERDIAMO MEGLIO IL NOSTRO TEMPO PERSO!
Avere un modem più veloce, un po' più RAM o riuscire a trovare libero il numero verde per The Internet sono attività tali da meritare di esaurire tutto il nostro tempo libero?
Subito al di là dei nostri computers c'è un mondo fatto di cavi e di fibre ottiche che la "Grande Sorella" Telecom sta interrando sotto i nostri piedi ed intorno al quale il Popolo delle Reti sta vivendo preoccupazioni spesso drammatiche che non possiamo più rimuovere dalla coscienza con la scusa che : "intanto si tratta solo di un hobby........".
In realtà non spendiamo tanta fatica ed energia ad organizzare architetture telematiche ed eventi sui temi dell'informazione e della comunicazione elettronica solo perchè " abbiamo la paranoia" delle nuove tecnologie informatiche: anche noi ci indignamo nel vedere lo scempio fatto dei bambini di Sarajevo, oppure ci stupiamo della pacifica rivoluzione sud-africana, oppure ci rallegriamo quando alcune battaglie ecologiche arrivano a buon fine.l'attacco allo stato sociale, le radiazioni nucleari e l'inquinamento industriale fanno soffrire ed inkazzare anche noi che pur passiamo tanto del nostro tempo libero davanti al monitor...!!!
Se, a quasi sei mesi dal convegno che organizzammo a febbraio, ci ritroviamo ancora a discorrere di baud e di bits, non è certo per rifugiarci in un buon salotto virtuale, ma perchè siamo sempre più convinti che la telematica sia un ottimo strumento per chiunque sia impegnato in percorsi di liberazione ed emancipazione sociale in quanto questa tecnologia è dotata di caratteristiche intrinseche atte a rivoluzionare il mondo della comunicazione e dell'informazione nel senso da rendere ogni cittadino di questo prorompente villaggio globale un soggetto protagonista produttore di cultura e non certo un passivo recettore di messaggi diretti e subliminali provenienti da televisioni e giornali, troppo spesso nelle mani dei Grandi Fratelli del nostro tempo.
Ma sono i termini in cui viene portata avanti la discussione su questi temi che ci danno la sensazione di perdere tempo o forse, più pericolosamente terreno, in altre parole per questo non dobbiamo farci ingannare dai termini in cui questi stessi Grandi Fratelli fanno sì che i temi a noi cari siano trattati dai media da loro controllati: non c'è nessuno che possa sostituire il Popolo delle Reti nel tutelare il suo proprio interesse nel tutelare la democrazia e la libera espressione nei Nets. Per questo motivo non perdiamo certo il nostro tempo se ce ne interessiamo in prima persona!
Un esempio: se da una parte è sempre più chiaro che la digitalizzazione dei rapporti sociali ed economici fa sì che meccanismi di controllo sociale fino ad ieri inimmaginabili diventino oggi meri automatismi, dall'altra si arriva al paradosso di obbligare gli utenti a dichiarare la propria identità in rete e ad obbligare gli organi che "dovrebbero" essere preposti al controllo ed alla tutela diritti e della democrazia (leggi Polizia e Magistratura) a sostituirsi agli stessi sysop nel gestire e garantire la libertà di espressione nelle loro banche dati!
Un altro esempio: Mentre negli USA il Popolo delle Reti ha vinto faticosamente una battaglia politica che ha respinto l'uso obbligatorio del Clipper Chip ( che permetteva all'FBI l'uso esclusivo della criptazione e decriptazione di qualsiasi messaggio), in Italia si propone di far diventare il Ministero degli INTERNI implicitamente, ma altrettanto automaticamente, il sysop di tutti! Mentre da una parte, chi di fatto controlla i grandi mezzi di comunicazione di massa( e si sta avviando a controllare anche la comunicazione elettronica) sta facendo il bello ed il cattivo tempo con i nostri dati personali accumulati in immensi data-base costruiti col ricatto esercitato ai nostri danni in cambio della soddisfazione dei desideri giustamente esercitati nel nostro tempo libero, dall'altra parte, paradossalmente qualcuno ci propone di auto-schedarci per poter permettere ad "altri" di monitorare ancor più comodamente la nostra privacy quotidiana.
In conseguenza di tutto questo non possiamo fare a meno di GRIDARE LA NOSTRA INDIGNAZIONE per la completa indifferenza politica davanti alla quale vengono operati i mutamenti di orizzonte giuridico e normativo che stanno subdolamente avallando le scorribande dei nuovi capitani di ventura "scesi in campo" al soldo dei signori delle multinazionali della comunicazione e dell'informazione.
Non è certo col patteggiamento ed il baratto od ancor peggio la svendita di qualche referendum su televisioni e pubblicità via etere che si risolve la fondamentale contraddizione della nostra epoca: la proprietà, il controllo e la gestione dei mezzi di produzione dell'informazione che è sempre di più la merce primaria di scambio nei paesi del nord del mondo.
E se invece della regolazione degli accessi da parte dell'utenza alle reti ci si preoccupasse di garantirne la libera fruizione e diffusione al maggior numero possibile di persone? la questione non è forse invece su chi controllera l'accesso all' hard-ware sul quale scorreranno i byte che conterranno i nostri pensieri e le nostre idee? La sensazione di fondo è che, per il tramite di quella robusta doccia fredda che è stato l'Italian Crackdown, da una situazione di frontiera , dove a tutti è permesso un po' di tutto, all'insegna di quel clima di libera sperimentazione ed arbitrio (che fa tanto bene allo sviluppo della libera impresa ) si stia passando ad una scenario di uso di massa della telematica, nell'ambito della quale la scrittura e lettura dell'informazione diventa una cosa seria ( e profittevole) da non lasciare al caso e soprattutto all'uso gratuito ed incontrollato del Popolo delle Reti........
E così c'è qualcuno pensa che diventi necessario inventare un "cyberspazio etero-diretto" in modo tale da far respirare a pieni polmoni chi dalle reti vuol trarre profitto più che cultura, ed a tener invece col fiato corto il libero pensiero. Allora ci viene da pensare che la schedatura degli utenti telematici, evidentemente impossibile da garantire tecnicamente e giuridicamente per via "commutata", agevoli invece soltanto chi abbisogna di indirizzi per fare del gran telemarketing, così di moda oggi.
Nella stessa direzione pare andare il restringimento dell'uso realmente interattivo delle reti, auspicato da chi vuole garantire incrementi di domanda di consumi e non incrementi di produzione di culturano-profit. Alla luce di tutto questo non appare più così strano che la sponda a questi fautori di consumismo informatico venga proprio da certa stampa che quotidianamente lancia messaggi di allarme per il largo uso delle reti che sarebbe fatto da parte di terroristi, diffamatori, pornografi, pedofili ed altre terribili razze di cybernauti.....( è buffo come noi, che le reti le navighiamo davvero , questi brutti ceffi non li abbiamo mai trovati.....!)
PER QUANTO CI RIGUARDA CONTINUEREMO AD IMPIEGARE IL NOSTRO TEMPO AFFINCHE' LA TELEMATICA POSSA CONTINUARE A GODERE DEI PRINCIPI DI LIBERTA' GARANTITI DALLA COSTITUZIONE ITALIANA E DALLE PROCEDURE D'USO DA SEMPRE ADOTTATE IN THE INTERNET.
A quanto sopra è coerente il fermo invito che inviamo ai firmatari del disegno di legge Falqui-De Notaris affinchè venga abolita dallo stesso la parte riguardante gli obblighi di registrazione e controllo delle reti telematiche e quella relativa agli obblighi di identificazione certa dell'utente. Riteniamo infatti che le vigenti leggi siano più che sufficienti al fine di reprimere i fenomeni di banditismo elettronico (tanto rari quanto amplificati artatamente dai media ufficiali).
Riteniamo invece che una situazione di AUTOREGOLAMENTAZIONE da parte dei sysop e degli stessi utenti delle Banche Dati Amatoriali circa le modalità di accesso alle reti sia la più appropriata per il nostro particolare strumento di comunicazione; tale autoregolamentazione dovrebbe essere d' altra parte affiancata da una robusta REGOLAMENTAZIONE ANTITRUST relativa alla proprietà, controllo e gestione degli strumenti fisici che controllano la comunicazione elettronica, soprattutto per gli aspetti relativi alle realtà che dalla telematica stessa possono trarre profitti economici.
Riteniamo anche altrettanto legittimo un intervento legislativo teso a garantire l'uso no-profit del software (così come previsto dal disegno di legge Falqui-De Notaris) nel rispetto dei bisogni di comunicazione di coloro che usano la telematica con finalità sociali sia a livello individuale che collettivo.
Strano Network