Convocazione


From connessioni@citinv.it  Mon Dec 18 03:00:33 1995

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Venerdi' sera, 15 dicembre 1995, si e' svolto nella splendida cornice

della Cappella Farnese del Palazzo Comunale di Bologna il dibattito:

"Il nuovo mondo da Internet in poi: riflessioni sul diritto alla

comunicazione globale".



Credo di fare cosa gradita a quanti non fossero presenti riportando un

breve riassunto degli interventi.



Naturalmente, il riassunto da me effettuato puo' non rispecchiare le

reali parole, e quindi le reali intenzioni, degli oratori. Potrei

avere omesso particolari importanti e avere stravolto il senso dei

vari interventi.



Mancano anche diversi interventi "fuori campo" di Bonaga che, essendo

l'unico rappresentante del Comune, era un po' "preso in mezzo". Nella

sostanza, le repliche ed i commenti di Bonaga agli altri oratori mi

sono sembrate in linea con il suo discorso introduttivo, se non nel

tono (via via sempre piu' aggressivo), almeno nei contenuti.



Se la relazione del dibattito non e' fedele, spero che gli altri

intervenuti lo facciano notare.



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IL NUOVO MONDO DA INTERNET IN POI: RIFLESSIONI SUL DIRITTO ALLA

COMUNICAZIONE GLOBALE



Riassunto degli interventi



Bologna, 15 dicembre 1995

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Dopo l'introduzione del conduttore, Maurizio Bardi, giornalista e

responsabile dei progetti editoriali di Italia Com, interviene Stefano

Bonaga, consigliere speciale del Sindaco di Bologna, progetto

Iperbole.



Bonaga: l'accesso a Internet e' un diritto di cui i cittadini devono

prendere coscienza. Il ruolo dello Stato (decentrato) deve essere

quello di eliminare discriminazioni, evitando che Internet rimanga uno

strumento nelle mani solo degli addetti ai lavori. (Vi risparmio le

citazioni dotte, ndr). Si ripropone l'intervento dello Stato cosi'

come e' stato per le scuole pubbliche nel momento della necessita' di

alfabetizzazione della societa'. Quando ci sara' una coscienza

generale che l'accesso a Internet e' un diritto, lo Stato potra'

ritirarsi dal "mercato". Evidenzia la differenza fra l'accesso a

Internet (che e' un diritto) e i servizi su Internet (legati alla

libera iniziativa). E' in linea di massima d'accordo per la

formalizzazione di una proposta per non uccidere i piccoli provider,

garantire la pluralita' della fornitura, evitando i rischi di

monopolio da parte di un unico fornitore del Comune.



Interviene Joy Marino, Associazione Italiana Internet Provider.



Marino: si dice d'accordo in linea di massima con quanto espresso da

Bonaga. In particolare e' d'accordo con l'idea di un voucher per ogni

cittadino che si voglia collegare a Internet, da "spendere" presso un

provider a scelta. (ma l'idea del voucher non e' di Bonaga, ndr).

Pero' esprime qualche perplessita' sul fatto che, al contrario di cio'

che e' avvenuto nello sviluppo di Internet, si voglia modificare lo

sviluppo naturale, cioe' la naturale competizione fra provider

commerciali e la possibilita' di scelta dell'utente, per puntare su

uno sviluppo pseudo assistenziale, con fornitore unico, con i rischi

di ricadere in situazioni tipo monopolio Telecom o di altri grossi

organi pubblici (ritengo si riferisse, in particolare, alla Rai, ndr).



Interviene il conduttore, Bardi, che cita un articolo apparso sul New

York Times che prevede entro il 2000 la formazione di una nuova

classe, supertecnologica, superpreparata che monopolizzera' il governo

del mondo.



Il prossimo intervento e' di Piero De Chiara, del PDS.



De Chiara: il dibattito di stasera e' affrontato anche in sede

parlamentare: proposta di legge sulle telecomunicazioni, che vede lo

scontro fra Telecom e newcomers. Altro scontro in atto in sede

legislativa e' fra lo Stato centrale e gli enti locali o territoriali

per spartizione delle tasse legate alle telecomunicazioni. Il centro

organizzativo del nuovo assetto telecomunicazioni e' anch'esso in

ballo: il governo propone Napoli, mentre l'altra sede proposta e'

Bologna, per questioni legate al "federalismo" (questa non l'ho

capita, prendetela come volete, ndr). Negli USA, Internet e' un

fenomeno limitato, in mano a bianchi, di destra, che sta influenzando

anche la politica. L'accesso a Internet comporta tre costi: computers,

tariffa telefonica, provider. Anche se parlare di accesso gratuito

come intende Bonaga e' importante, questo pero' riguarda i soli costi

attualmente sostenuti per il contratto con il provider, cioe' sempre

solo 200000 lire all'anno. Focalizza l'attenzione su due progetti.

1o progetto (piu' semplice): l'importante e' la costruzione di una

socialita' attraverso la rete. E' importante pianificare o prevedere

discussioni sulla politica e l'amministrazione da realizzare sulla

rete.

2o progetto: (piu' arduo, attualmente realizzato solo in Danimarca)

individazione di un campione statistico che discuta di problemi

specifici, legati all'amministrazione, da cui l'amministrazione stessa

possa trarre informazioni sulle tendenze e il pensiero della gente.

Questo dovrebbe essere possibile se, come e' plausibile, si incontra

con la tendenza dell'industria che fornira' computer piu' facili da

usare per la connessione a Internet e piu' economici.



Interviene Lucio Picci, de La Citta' Invisibile.



Picci: e' d'accordo in linea di principio con le premesse di Bonaga.

Da un punto di vista generale, come associazione, stanno elaborando un

documento sulle reti civiche. Nello specifico:

1o punto: e' errato dire che il Comune da' l'accesso gratuito a

Internet, perche' c'e' comunque un costo per l'acquisto del computer e

il costo della tariffa Telecom (l'associazione e' quella che si batte

per l'abolizione della TUT, anche se Picci ritiene che sia una

battaglia persa). Anche se il Comune di Bologna sta svolgendo un

lavoro per l'abolizione della TUT, questa iniziativa dovrebbe essere

sostenuta con una maggiore visibilita'.

2o punto: la strada (paragone citato da Bonaga, ndr) e' sempre libera

per l'accesso a tutti, mentre l'accesso telematico puo' essere

bloccato, ad esempio con password (anche questa non l'ho ben capita,

ma credo fosse una tesi per confutare la validita' del paragone di

Bonaga, ndr).

Il voucher sarebbe la proposta per rimborsare il cittadino che si

connette a Internet, cioe' sarebbe l'intervento pubblico nel settore.

All'accesso per tutti e' pero' legato il problema che potrebbero

crescere i costi di connettivita' per le aziende (non ho capito bene

come, l'analisi non e' stata approfondita, ndr).



Interviene Roberto Cicciomessere, di Agora' Telematica (principale

antagonista di Bonaga, ndr).



Cicciomessere: l'accesso non e' il costo principale. Se si porta

avanti la proposta di Bonaea, alla fine ci sara' un costo maggiore per

la collettivita'. Il problema e' di chi sara' che fornira' i servizi

sulla rete. Se il gestore della rete sara' anche il fornitore del

servizio, ci sara' il pericolo di ricadere in un monopolio (vedi

Telecom o Rai).



Interviene Ivan Grossi, del Cineca.



Grossi: conferma le accuse di detenzione di un monopolio da parte del

Cineca, specificando che si tratta di un monopolio di tecnologia. Il

Cineca ha il monopolio della tecnologia per universita' e per il

supercalcolo. Il Cineca non produce dividendi, neanche distribuiti

all'Universita', ma la legge sulla ricerca scientifica impone al

Cineca di andare sul mercato per finanziarsi. Fu rigettata la proposta

avanzata nel gennaio 1993 del Cineca di aprire la rete GARR al

pubblico. E' d'accordo che la connettivita' non e' il business di

Internet, bensi' i servizi (stanno pensando di portare macchine

vettoriali e supercalcolo su Internet). L'intervento

dell'amministrazione pubblica nella fornitura di accessi Internet

introduce competizione nel settore, perche' le imprese private si

trovano costrette a dare un servizio migliore del pubblico,

migliorando cosi' la qualita' complessiva.

Rispondendo all'articolo del New York Times, la formazione di classi

e' generata da meccanismi come quelli gia' noti che si sono verificati

negli anni 20, quando venne affidata alla Societa' Idroelettrica

Piemontese la creazione della rete telefonica.

La pubblica amministrazione deve intervenire finche' la situazione e'

reversibile, per poi ritirarsi quando la situazione e' irreversibile

(cioe', credo, quando il fenomeno Internet sara' consolidato e fara'

parte della vita di tutti i giorni per una larga parte della

popolazione, ndr). Porta l'esempio di TeleBiella: se a suo tempo ci

fossero state 1000 TeleBiella, non sarebbe nato Canale 5.



Interviene Cristina Ruggieri, di DsNet.



Ruggieri: nonostante il suo ruolo, si sente piu' vicina a Bonaga che a

Cicciomessere. Ci deve essere una crescita dal basso (cioe' una larga

base d'utenza, ndr), perche' solo cosi' ci possono essere servizi

gratuiti sulla rete, come adesso. L'idea del voucher e' nata in rete,

su it.politica.reti, gruppo di discussione originato da la citta'

invisibile. Ritiene fondamentale la liberta' di scelta dell'utente.



Interviene Ugo Manfredi, presidente di Italia.Com.



Manfredi: Breve presentazione del consorzio Italia.Com come unica

realta' italiana di tale tipo.

L'amministrazione dovrebbe intervenire sui costi telefonici. poi

dovrebbe mettere in linea documentazione e fornire servizi in rete,

invece di pensare a come fornire l'accesso alla rete.



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Seguono le domande e gli interventi del pubblico. Confesso di non

avere seguito molto. Su alcuni aspetti specifici riferiro' in un

messaggio a parte.



Paolo Provvisionato